lunes, 6 de julio de 2009

"Falsas" democracias


A través del blog de Scriptor, Democracias falsas en el mundo, más precisamente a por medio de su nota en FB, llego a este mapa que enlazo a continuación

La verdad es que no me gusta descalificar así de una plumada el sistema político de algunos países... por dudoso que, a nuestros ojos, nos pueda parecer. Prefiero pensar que están en un proceso de transición... hacia una democracia, ya sea presidencialista o parlamentarista.

En todo caso y para debatir al respecto, copio lo que dice el diario citado por JJGN sobre los países de la ex-URSS, en la confianza de que todos leemos italiano: Democrazie fasulle

(Sobre Saparmurat Niazov, ver mi antigua columna La muerte del dictador).

A partire dalla stessa Russia, dove il potere di Vladimir Putin è al riparo da ogni pericolo: la stampa conserva un certo pluralismo, ma la sua incidenza è molto scarsa, sommersa da un’informazione televisiva enormemente più seguita e saldamente in mano governativa; i partiti d’opposizione sono appena visibili, mentre esercito, magistratura e oligarchie economiche convergono tutti verso la corte del nuovo zar. Su un’identica falsariga si muovono i suoi emuli tanto in Europa, dove la Bielorussia di Aleksandr Lukašenko vanta il poco invidiabile primato di essere l’ultima dittatura del Vecchio continente, quanto in Asia.

In Kazakistan Nursultan Nazarbaev può vantarsi di essere stato l’ultimo capo della repubblica socialista sovietica e il primo presidente della repubblica "democratica" indipendente, al potere ininterrottamente dal 1984 e dal 1991 regolarmente incensato da elezioni plebiscitarie (l’ultima volta, nel 2005, ha conteggiato il 91,15% dei "consensi"). Identica la parabola del suo omologo in Uzbekistan, Islom Karimov, in sella dal 1990, mentre in Turkmenistan soltanto la morte ha costretto il padre della patria, Saparmyrat Nyýazow, a passare la mano al suo delfino. Appena un po’ più movimentata la vita politica del Tagikistan, vivacizzata da un colpo di Stato e comunque dal 1994 nella mani del "democratico" presidente Emomalii Rahmon, e del Kirghizistan, dove nel 2005 moti di piazza hanno costretto Askar Akaev a cedere la ribalta a un suo discepolo, mentre l’Azerbaigian sperimenta la democrazia ereditaria; alla morte di papà Heydar Aliyev, nel 2003, il trono è passato al figlio prediletto Ilham.



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